Giornali e televisione ci bombardano senza tregua con pubblicità mirate per convincerci a consumare di più, ma sembra con scarsi risultati. Le perdite borsistiche in tutto il mondo, valutabili tra il 40 e il 50%, hanno ridotto drasticamente rendite e disponibilità di liquido, con ricadute dirette sui generi voluttuari. Le macchine fotografiche, specie se da collezione, sono sicuramente da considerarsi generi estremamente voluttuari, anche se il pretesto dell’oggetto da investimento è una buona scusa da presentare alla nostra coscienza o alla moglie, a scelta. In momenti di scarsa disponibilità finanziaria si allarga la forbice economica: chi poteva spendere senza problemi anche prima della crisi e dispone d’ampie risorse finanziarie, ora si trova avvantaggiato dalla necessità di negozianti e commercianti di far circolare il ‘liquido’. Viceversa chi è stato ‘bruciato’ dalle negative esperienze di Borsa si trova a fare i conti con prezzi sempre troppo alti, e pertanto ripiega su pezzi estremamente economici, oppure dilaziona l’acquisto. Inevitabile la permuta, al fine di migliorare la trattativa economica scambiando pezzi di minor pregio e quindi in definitiva facendo circolare sempre meno contante. Ormai il mercato sembra tagliato in due: obiettivi con lenti segnate, compatte, reflex ‘fuori moda’ (chissà poi chi detta la moda in questo settore…), macchine in cattive condizioni si vendono a prezzi molto bassi, pur di vendere. Pezzi d’alta collezione, da migliaia d’euro, interessano solo una ridotta élite. In mezzo, il vuoto: sembra che il pezzo da 1000/2000 euro non interessi più, che nessuno abbia voglia di rischiare un piccolo investimento o che abbia l’intenzione d’iniziare una nuova collezione. Sembra anche mancare un ricambio generazionale: i collezionisti ‘over cinquanta’, quelli che hanno impostato la loro collezione più di vent’anni fa, ora cercano solo pezzi molto rari e pertanto fanno acquisti estremamente oculati. Le giovani generazioni potenzialmente collezionistiche sono frenate: mancanza di disponibilità economiche, tentazioni da digitale, spese per la futura casa, autofocus sempre più veloci, idee confuse su cosa convenga acquistare nell’attesa di una futura rivalutazione. Da non sottovalutare il cambio degli status symbol: telefonini e mega orologi sembrano attirare più di Contax e Nikon F. In realtà nella generazione più giovane manca il sogno che alimenta la voglia di possesso: chi tra i cinquantenni e oltre, appassionati di fotografia, non ha sognato di possedere una Contarex, una Nikon F2 accessoriata, una Leica M3 due colpi, una Exakta Varex con ottiche Angenieux o una stupenda Rollei con Planar? Quanti anni abbiamo aspettato per realizzare i sogni dello studente squattrinato, quante volte siamo passati davanti al negozio preferito rimanendo impietriti davanti all’oggetto del desiderio più che davanti ad una bella ragazza? I giovani d’oggi cosa devono sognare: Canon T70, Nikon F301, Olympus OM-10? Ottimi apparecchi ma che, anche se recenti, appaiono essere ancora più obsoleti delle fotocamere degli anni Cinquanta. La verità è molto semplice: un apparecchio meccanico diventa un’ classico’, un apparecchio elettronico dopo poco tempo diventa ‘vecchio’! Fra dieci, vent’anni qualcuno collezionerà le prime macchine digitali? Il cambio generazionale non è stato indolore, e i sogni di una generazione non si sono trasferiti a quella successiva. Così i pezzi di fascia media, che una volta alimentavano il collezionismo alle prime armi, oggi stentano a trovare una collocazione, mentre il continuo proliferare di mercatini regionali abbassa la curiosità degli acquirenti che finiscono per trovare inevitabilmente sempre le stesse cose. I pezzi d’alta collezione si vendono ormai attraverso altri canali: Internet, trattativa privata, negozi specializzati che sanno a chi proporre i pezzi più ambiti. Il collezionismo fotografico, senza una forte motivazione passionale ed emotiva, non sembra a tutt’oggi quel buon investimento economico che prometteva essere nei primi anni Novanta. In America, le Leica hanno perso molto delle loro alte valutazioni, e si trovano a prezzi tra il 20-30% in meno rispetto a pochi anni fa. La Rollei risulta attualmente molto ridimensionata, come pure diversi modelli Exakta, una volta considerata la ‘nave scuola’ del fotografo ed ora un poco dimenticata. Le Nikon classiche e meccaniche attirano ancora molto, specie se in ottimo stato ed inscatolate, mentre per gli esemplari mediocri le quotazioni ristagnano. Importante rimane il fatto che le Nikon a telemetro sono sempre relativamente rare, con conseguente rivalutazione delle quotazioni. Molto rare sono diventate le Contax e le Contarex in ottimo stato e rarissimi gli obiettivi, abbastanza diffusi sino a pochi anni fa ed adesso diventati introvabili. Per Contax si vedono solo Biogon 35mm, Sonnar 135mm, i 50mm montati sulle macchine e poco altro. E pensare che il sistema Contax è stato uno dei più vasti sistemi fotografici mai prodotti! Le copie Leica, ambite per anni più degli originali di Oskar Barnack, hanno perso terreno, e il boom di cinque anni fa sembra essersi sgonfiato, a favore delle macchine italiane che, Rectaflex in testa, cavalcano attualmente la cresta dell’onda delle richieste, almeno in Italia. Tuttavia è proprio in momenti come questi che appaiono le occasioni migliori: offerta variegata, disponibilità alla contrattazione, pezzi rari a prezzi più accessibili. E’ il momento di approfittare della situazione operando esattamente come recita la famosa regola di Borsa, “Compra a prezzi bassi, vendi a prezzi alti”. Liberandoci dall’ossessione dell’investimento, del ritorno monetario che gratifica l’io mercantile, si approda finalmente al nucleo centrale del collezionismo: il divertimento. Divertimento nella ricerca, divertimento dello scambio, divertimento della contrattazione, per approdare finalmente, liberi da sensi di colpa, alla soddisfazione del possesso dell’oggetto ambito, desiderato, inseguito. Sfogliare qualche buon libro di fotografia può essere una buona base di partenza per accendere nuove idee e passioni: esistono decine d’apparecchi economici che possono farci sognare, sia che si voglia fotografare oppure solo collezionare. Citiamo, a caso e alla rinfusa: Edixa, Ferrania, Kodak Retina, Voigtlaender Vito, Agfa Karat, Zeiss Contina, Nikkormat, Weltini. Famiglie d’apparecchi singolarmente molto accessibili, ma che, una volta inserite in uno spazio temporale e tecnico organico, acquistano dignità di collezione d’alto livello. Spesso è più l’organizzazione della collezione a rappresentare il punto di forza della stessa che non il valore del singolo pezzo. L’unione di diversi apparecchi ed obiettivi, anche se economici, alla fine costruirà una collezione che ci darà sicuramente molta soddisfazione: è la ricerca il fine collezionistico, non l’importanza dell’oggetto in sé. E in tutte le marche esistono oggetti rari. Il collezionismo è prima di tutto ‘gioco’, poi seguiranno le considerazioni economiche e speculative. Non ho mai dimenticato cosa lessi all’ingresso di un piccolo negozio di giocattoli di legno a Kathmandu, tanto, tanto tempo fa: "Non si smette di giocare quando si diventa vecchi, ma si diventa vecchi quando si smette di giocare!" |
lunedì 23 aprile 2007
COLLEZIONISMO : PASSIONE O INVESTIMENTO
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